Sicurezza alimentare dai residui chimici al tonno contaminato, continua l’allerta in Italia

In questi giorni il Ministero della Salute ha pubblicato l’annuale rapporto sui residui chimici negli alimenti. Il Piano Nazionale Residui viene predisposto annualmente dal Ministero della salute sulla base delle indicazioni previste dalle norme europee e viene attuato a livello locale grazie alla collaborazione delle autorità competenti regionali e locali, dei laboratori nazionali di riferimento e degli istituti zooprofilattici sperimentali.(Fonte Ministero della Salute)Oggetto di indagine sono i prodotti di origine animale, in cui vengono ricercate le sostanze farmacologicamente attive autorizzate nei medicinali veterinari, le sostanze vietate (come quelle ad effetto anabolizzante) e i contaminanti ambientali.Il rapporto riferito all’anno 2016 appare sostanzialmente rassicurante poiché sono risultati conformi ai parametri di legge il 99.8 % dei campioni analizzati, un dato in linea con il rapporto presentato nel 2015.I campioni che hanno fornito risultati non conformi per la presenza di residui sono pari allo 0,12 % del totale dei 41.082 campioni analizzati. Ma l’allerta sul tema sicurezza alimentare non può e non deve ridursi poiché invece i dati che ci arrivano dagli enti preposti ai controlli sul fronte frodi alimentari sono di tutt’altra significatività. Nel 2016 i 10 prodotti più contraffatti scoperti dai “poliziotti del cibo” sono stati: Prosecco: 350 casi Wine kit evocanti più prodotti: 259 casi Parmigiano Reggiano: 183 casi Olio extra vergine di oliva Dauno dop: 35 casi Pecorino Toscano: 25 casi Vino Campi Flegrei: 21 casi Formaggio Asiago: 13 casi Olio extra vergine di oliva Terra di Bari: 12 casi Aceto balsamico di Modena: 11 casi Olio extra vergine di oliva Toscano: 10 casi Sul fronte contaminazione del cibo Con la quasi totalità (92%) dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici sono i broccoli provenienti dalla Cina il prodotto alimentare meno sicuro, ma a preoccupare è anche il prezzemolo del Vietnam con il 78% di irregolarità e il basilico dall’India che è fuori norma in ben 6 casi su 10. E’ quanto emerge dalla “Black list dei cibi piu’ contaminati” presentata dalla Coldiretti, sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa, al Palabarbuto di Napoli in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani con i trattori a difesa della dieta mediterranea. LA BLACK LIST DEI CIBI PIU’ CONTAMINATI PRODOTTO PAESE % IRREGOLARITA’ PER RESIDUI CHIMICI Broccoli Cina 92% Prezzemolo Vietnam 78% Basilico India 60% Melagrane Egitto 33% Peperoncino Thailandia 18% Menta Marocco 15% Meloni/Cocomeri Rep. Dominicana 14% Fragole Egitto 11% Piselli Kenia 10% Arance Egitto 5% Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto EFSA 2015 Dai metalli pesanti alle micotossine, proseguendo con diossine e olii e farine scadenti se non avariate. I sequestri operati dai Nas hanno riguardato soprattutto prodotti base dell’alimentazione come la carne (25 per cento), farine, pane e pasta (15 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (7 per cento), ma anche la ristorazione (18 per cento). Anche in Italia si registrano i primi casi di intossicazione alimentare causata dall’eccesso di istamina in tranci di tonno a pinne gialle decongelato importato dalla Spagna. Il quattro luglio 2017 il Ministero della salute ha diffuso un comunicato per annunciare il ritiro dal commercio del “FILETTO TONNO PINNE GIALLE QUALITA’ EXTRATAGLIO MISTO” della TRIVARIS SL in confezioni sotto vuoto con peso variabile.Il lotto coinvolto per il momento è T154-17 , e riporta sulle confezioni come data di scadenza 01.11.2018. Lo sviluppo di istamina può essere causato dalla scarsa igiene nella manipolazione degli alimenti e, soprattutto, da una cattiva conservazione del pesce, tenuto a temperatura elevata per periodi di tempo prolungati. L’altro problema è che l’istamina resiste al calore e quindi la cottura dei cibi non ne annulla la pericolosità. L’ingestione di tonno contaminato può provocare la sindrome sgombroide è una patologia simil-allergica che si manifesta comunemente con arrossamento della pelle, prurito, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, nausea, diarrea, palpitazioni, senso di malessere e raramente ipertermia a breve distanza dal consumo del pesce. In molti casi la sintomatologia tende a risolversi in maniera spontanea. Sintomi più severi possono presentarsi in soggetti asmatici o allergici in generale.Sicurezza del cibo vuol però dire anche attenzione alla catena dal campo alla tavola dove anche fondamentale risulta essere la conservazione ed il trasporto degli alimenti deperibili, specie di origine animale. Rispettiamo la catena del freddo, l’ambiente dove cuciniamo deve essere pulito come i coltelli, le forchette ecc. Noi dobbiamo indossare abiti puliti, camici o grembiuli puliti. Lavarci bene le mani e possibilmente non mangiare mentre prepariamo il cibo. Mangiasano quindi con molta attenzione ai prodotti che compri, all’etichetta, ma anche al nostro modo di conservare il cibo e di cucinarlo.

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